giovedì 27 settembre 2012

La scoperta dell'Anafora


C'è una situazione che risale alla preistoria del blog. Cercando nei suoi meandri si troverà la storia della controversia associata ad un nome di donna di tre lettere.
(quello famigerato che inizia e finisce con A e che costituisce al tempo stesso componente importante di un aereo e del corpo di un volatile).

La portatrice mise il veto al suo utilizzo nel blog. Perché, a suo dire, la cosa ne avrebbe esposto la privacy a rischi inauditi. Puó succedere a chi condivide il nome solo con poche decine di milioni di persone.
Dunque ho cercato di ovviare in due modi:

(1) Appioppandole nick molto popolari su twitter (Gennara, Cira, Filomena, etc), prima.
(2) Parlando di lei senza mai nominarla, poi.

Soluzione ques'ultima resa possibile grazie alla scoperta, al niveau 11 dell'EPFC, delle Anafore. Che, per inciso, non hanno né penne né come loro parte essenziale il nome della donna di cui sopra.
Sono piuttosto un arduo esercizio di contorsionismo blogghistico per evitare di ripetere un termine più volte nello stesso testo.  Colei che era con me, la mia interlocutrice, la madre del bebé, etc.

Poi è arrivato Ludo, che con la sua prima parola ha pensato bene d'inventarsi la propria di anafora[*] del nome di cui sopra: Aia.
Escluderei in questo caso una sponsorizzazione di nota marca di pollame, nostante la natura mercantile dell'infante.
Il fatto che si riferisca alla madre è provato dalla tonalità di dolore, come forma di reazione anticipata per caso in cui, l'anaforata genitrice,  dovesse beccarlo ancora con le mani sulla grata sotto il frigorifero. 


[*] Qui il lettore attento avrà notato le difficoltà dell'autore a trovare le anafore di anafora.

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